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25 Aprile 2016
Feng Shui

“Tasting the Landscape” – Assaporare il territorio, ma senza il Feng Shui?

"Tasting the Landscape" - Assaporare il territorio, ma senza il Feng Shui?

 

Intervista a Stefan Vettori sul 53° Congresso IFLA di Torino

 

Rimettere il paesaggio al centro

Tasting the LandscapeRimettere il paesaggio, la sua tutela e la sua trasformazione, al centro del dibattito ambientale e culturale in Italia e in tutto il mondo. Il paesaggio infatti dovrebbe essere un elemento integrante dello sviluppo di un Paese: in primo luogo migliora la qualità di vita, rende più attrattivi i territori e dunque ne favorisce il loro sviluppo economico. Con questo importante obiettivo è iniziato il 53° Congresso Mondiale IFLA – International Federation of Landscape Architects, che si tiene a Torino in questi giorni (20-22 aprile 2016).

“Nutrirsi di Paesaggio”

Come recita il comunicato stampa dell’AIAPP “…Il tema che abbiamo proposto, “Nutrirsi di Paesaggio”, ovvero “Tasting the Landscape”, è stimolante, avvincente e di grande attualità. Il congresso ci darà l’opportunità per declinare la disciplina paesaggistica, ci permetterà di evidenziare la trasversalità del nostro lavoro, ma rappresenterà anche una vetrina nazionale ed internazionale per le nostre professionalità, per le nostre aziende, per i prodotti italiani. “Nutrirsi di Paesaggio” sarà l’occasione per far capire a politici, pubblici amministratori e cittadini l’importanza del progetto di paesaggio e i suoi innumerevoli risvolti culturali, estetici, economici, turistici.”

Il tema scelto è Tasting the Landscape è quindi un esplicito invito a gustare, provare, portare attenzione in un modo diverso forse; un richiamo alla dimensione sensibile dei luoghi, un invito a non dimenticare gli aspetti emozionali e percettivi del paesaggio. A fronte di questo approccio innovativo, il programma – ricco di ospiti – non prevede però alcun intervento sul ruolo del Feng Shui.

Anna Maria Cebrelli ha intervistato al riguardo Stefan Vettori, fondatore di Creative Feng Shui.

Un convegno sull’architettura paesaggistica che non include interventi che propongano una lettura Feng Shui del territorio: quali sono secondo te le ragioni?

Non c’è molto da stupirsi; anche se il Feng Shui è stato accettato da tempo a livello culturale in Europa (ma solo da poco in Italia), siamo ancora lontani dal concepire la possibilità di utilizzare il Feng Shui a livello pubblico, per esempio per la progettazione e la modificazione delle città e del territorio. Questo è vero in particolare in Italia, anche perché a livello professionale probabilmente il Feng Shui viene percepito come un “concorrente” da parte degli architetti.

In altri stati, per esempio negli USA, pur con molte deformazioni commerciali, il Feng Shui si è affermato in modo diverso e viene ormai tenuto in considerazione anche a livello pubblico. Ma, al momento, chi si avvantaggia veramente del Feng Shui sono le grandi aziende e multinazionali: lo utilizzano praticamente tutte!

Forse per certi versi questo atteggiamento da parte dell’architettura è un bene: si potrebbe rischiare un processo simile a quello subito dalla Medicina Tradizionale Cinese (MTC o TCM), che è stata sì ammessa come cura possibile, ma nello stesso tempo ne è stato riservato l’utilizzo ai medici. Con il risultato che praticanti molto esperti, anche cinesi, che non posseggono una laurea in medicina (o almeno una laurea equivalente a quella italiana) non possono praticare o praticano illegalmente. Ma non penso che sarà questa l’evoluzione della percezione del valore del Feng Shui in Italia.

53° IFLA Congress 2016

Il convegno è intitolato “Tasting the landscape”, ossia “assaporare il paesaggio, viverlo in tutti i suoi aspetti emozionali e percettivi”. Un approccio Feng Shui, in che modo consente di “assaporare”, vivere il paesaggio e il territorio?

Negli ultimi anni, sofisticati esperimenti di neuroscienze hanno permesso di confermare e giustificare le basi di antichissime teorie. Solo 10 anni fa, per esempio, affermare che lavorare alla scrivania in una posizione con la porta alle spalle non è favorevole perchè disturba la concentrazione poteva scatenare sorrisi di imbarazzo e di sufficienza; qualche volta di disprezzo. Oggi, tramite alcuni esperimenti, sappiamo che queste posizione aumenta il livello degli ormoni dello stress nel sangue. Questa alterazione può portare, nel medio-lungo periodo, a squilibri più gravi: comportamentali, psicologici o somatici.

Bisogna dare atto che la tendenza attuale di integrare le neuroscienze e lo studio della fisiologia e del comportamento umano con le altre discipline sta portando lentamente a conoscenze paragonabili al Feng Shui. La stessa cosa si può dire con nuove discipline come la psicologia ambientale, la prossemica, il biourbanismo e così via.

Tuttavia, a mio parere, ignorare migliaia di anni di studi (anche se condotti in modo non rigorosamente scientifico) è davvero uno spreco. Senza considerare che al momento, a livello scientifico, noi possiamo valutare solamente ciò che gli strumenti ci permettono di percepire e misurare; mentre ritengo che nel Feng Shui vengano tenute in considerazione anche energie più sottili, per esempio l’influenza delle direzioni e della posizione del sole rispetto al sito in esame.

Dal punto di vista del Feng Shui, il territorio non è qualcosa di morto e neutro, su cui si deve costruire o intervenire. Il territorio non è un oggetto su cui agire, ma un soggetto con cui dialogare. Il territorio è vivo e dialoga col nostro cervello enterico e con la nostra componente animale profonda. Possiamo percepire un ambiente come favorevole o sfavorevole, gradevole o sgradevole, anche se non siamo assolutamente in grado di darne una ragione logica.

Il punto cruciale è che l’essere umano legge l’ambiente e le interpreta in base ai suoi bisogni e necessità, in sostanza in base alla sua matrice biologica.

Ignorare la matrice biologica nella progettazione degli edifici e, più in generale, nella gestione del territorio, è un errore molto grande.

Quale sarebbe il valore aggiunto di un’analisi/intervento Feng Shui nella programmazione urbanistica/paesaggistica di un territorio?

Tasting LandscapeCome dicevo prima, ogni territorio/ambiente ha una sua qualità, che nel Feng Shui viene definita “spirito” o Qi. Occorre innanzitutto percepire il territorio e comprendere gli stimoli che invia, in base alla presenza di catene montuose, colline, fiumi, laghi, foreste, pianure, eccetera; analizzare la loro disposizione reciproca; identificare gli elementi più forti dominanti. Tutto ciò porterà a definire quali sono gli influssi dominanti. Questo ci permetterà poi di costruire o gestire il territorio in armonia con l’informazione già presente.

Troppo spesso, invece, il territorio viene aggredito e modificato senza alcuna considerazione delle informazioni presenti; tutto ciò, tra l’altro, porta anche una notevole perdita di tempo, energie e denaro perché se gli influssi dominanti sono contrari alle attività principali che si vorrebbero svolgere in quella zona, senza alcun dubbio queste troveranno difficoltà.

Nel Feng Shui, la disposizione del territorio (in particolare delle montagne o degli edifici più grandi) influenza la vita interiore e la psicologia delle persone, di una città o di un popolo; la disposizione dei corsi d’acqua ne influenza invece lo sviluppo. Queste antiche teorie sono condivise da molti altri popoli; per esempio in Sudamerica lo spirito di una montagna viene chiamato”Apu” e, guarda caso, influenza proprio la psicologia e il comportamento collettivo delle persone che abitano nelle sue vicinanze.

Per scherzare, noi diciamo che i francesi sono arroganti, i tedeschi sono quadrati, i liguri sono avari, i lombardi sono sempre attivi, i napoletani sono rumorosi è così via; ma dietro a queste osservazioni ci sono le sottili influenze del territorio, che nei secoli hanno plasmato la psicologia collettiva dei popoli.

Un’ulteriore osservazione molto importante, che vale anche per le città, è che nella gestione del territorio o di un grande ambiente bisogna ragionare in grande, non solo nello spazio ma anche nel tempo. Per questo sarebbe necessaria una programmazione di sviluppo e utilizzo degli ambienti come minimo cinquantennale o secolare. I tempi di sviluppo di un ambiente o di un organismo come una città, infatti, non sono così brevi come quelli di un edificio o di una casa, che ragiona in termini di decenni.

Una gestione oculata e accurata di questi influssi permetterebbe nel tempo il miglioramento delle condizioni generali di vita e di benessere delle persone, a partire proprio dall’auto percezione, cioè da come la persona “si sente”, come percepisce il suo stato di salute complessiva, quanta fiducia ha in se stessa e nei propri valori. Per quello che ne so, questa componente è completamente ignorata nella programmazione urbanistica o paesaggistica.

Basta pensare ad esempio alla programmazione di parchi, alberature o grandi aree verdi; gli alberi necessitano di anni per crescere e la loro influenza si farà sentire solo molti anni dopo l’impianto. Per questo motivo, quando si progettano queste strutture, è necessario proiettarsi in avanti nel tempo per capire in che modo influenzeranno gli abitanti una volta che avranno raggiunto il loro completo sviluppo.
La stessa cosa si può dire per i disboscamenti, che avvengono in modo casuale (una volta che ci siano rispettate più o meno le leggi vigenti al riguardo), causando poi a volte nell’immediato frane e smottamenti, e nel medio-lungo periodo cambiando la percezione collettiva dell’ambiente, con effetti tutti da valutare.

 

Penso che il mio viaggio nel Feng Shui sia iniziato quando, da piccolo, mi sono chiesto: ma perché le città sono tanto brutte? Possibile che non facciano stare male nessun altro oltre a me? Possibile che nessuno preferisca forme e colori più gradevoli, più morbidi?