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15 Dicembre 2015
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Il Feng Shui e le collezioni di oggetti

Il Feng Shui e le collezioni di oggetti

di Stefan Vettori

Feng Shui Collezioni

Sempre più spesso riceviamo richieste di informazioni riguardo al Feng Shui e le collezioni.

Feng Shui e Collezioni di OggettiChe cosa sono le collezioni di oggetti, per il Feng Shui? Come vanno trattate?

Il Feng Shui classico non tratta molto questo argomento. In passato, infatti, solamente le persone molto ricche o vicine all’imperatore potevano permettersi di collezionare qualcosa. Invece, nei tempi moderni, il collezionismo si è diffuso; perciò dobbiamo capire come può essere considerata questa nuova tendenza nel Feng Shui, a partire dai principi classici.

L’attività di “collezionare oggetti” è un’attività prettamente collegata all’archetipo Terra. Infatti, collezionare significa preservare, mantenere. Idealmente, si vorrebbe che la collezione fosse completa (completezza, un altro attributo della Terra) e che potesse mantenersi così com’è per un tempo indefinito. Anche la durata e la stabilità nel tempo sono caratteristiche tipiche dell’archetipo Terra.

L’attività di collezionare non è molto diffusa tra gli animali. Si tratta di un’attività che ha un senso all’interno di un contesto sociale. Difficilmente un naufrago su un’isola deserta si mette a collezionare qualcosa. In genere, si colleziona qualcosa per sei motivi principali: economici, affettivi, lavorativi, di studio, psicologici, estetici.

Partiamo dal collezionismo per motivi economici.

In questo caso il collezionista ne fa una vera e propria attività; compra e vende, e ci guadagna. Certamente ha anche lo scopo di completare la collezione; ma principalmente è mosso dal fatto che, quando la collezione sarà completa, acquisterà un maggior valore. Per esempio, una collezione di monete o francobolli.

In genere, queste collezioni non vengono mostrate, non sono esposte. Se si tratta di collezioni di oggetti particolari o oggetti molto grandi o molto preziosi, un’intera ala della casa (o addirittura un edificio) può essere dedicato a questo scopo. Senza considerare le collezioni che possono essere tenute all’esterno.

Una collezione di oggetti basata principalmente su motivi affettivi in genere è molto piccola.

Contiene pochi elementi e non c’è una vera e propria ricerca a completarla – perché non si può completare. Per esempio, si può collezionare una pietra raccolta al mare ad ogni estate, come ricordo. È chiaro che questo tipo di collezione avrà un termine perché quella persona crescerà.

Si può collezionare un regalo importante ricevuto da ogni parente; la prima penna utilizzata ogni nuovo anno scolastico e così via. Tendenzialmente, comunque, questo tipo di collezione perde importanza nel tempo. In ogni caso, occupa davvero poco spazio, quindi non è così importante per il Feng Shui. Il Feng Shui, infatti, si occupa delle conformazioni spaziali presenti all’esterno e all’interno di un’abitazione, che però abbiano una certa grandezza, una certa consistenza e importanza nell’economia globale dell’ambiente in cui sono inseriti, indipendentemente che si tratti di una stanza o di un cortile.

Comunque, a questa collezione collegata al ricordo ed all’affetto sarà riservato un posto speciale in casa; un posto importante per il proprietario.

Le collezioni di studio sono, in un certo senso, quelle che hanno una motivazione più forte di esistere.

In certi campi di attività, è normale possedere o accedere a una collezione di oggetti o di reperti che si utilizzano o si analizzano in quella disciplina. In genere, la persona che possiede questo tipo di collezione è uno studioso o uno scienziato; non è particolarmente interessato a completare o ampliare la collezione a tutti i costi; si limita a cercare di acquisire i pezzi utili per i suoi studi – o comunque funzionali al raggiungimento di un obiettivo di studio.

Le collezioni motivate da un impulso lavorativo sono simili a quelle economiche.

In genere non stanno in casa, ma sul luogo di lavoro. Per esempio, una collezione di pietre e cristalli può servire per la cristalloterapia o la litoterapia. La collezione ha un senso lavorativo finché gli elementi che vengono mano mano aggiunti hanno una finalità lavorativa; quando invece gli elementi vengono acquistati senza un reale motivo economico o lavorativo, ma semplicemente per “completare la collezione”, si passa alla collezione vera e propria. La collezione ha assunto un valore di per sé.

E in questo caso finiamo nella collezione motivata da fini psicologici.

Feng Shui Collezioni di OggettiQuando si chiede a un collezionista di questo tipo perché colleziona oggetti, si ottengono risposte molto strane. A volte il collezionista è ossessionato dall’idea di finire la collezione anche se in certi casi è evidente che non potrà mai completarla (per esempio, collezionare un tappo di bottiglia per ogni marca di birra presente al mondo).

Queste collezioni sono tipiche dell’età adolescenziale, ricca di sogni e manie. In genere, con l’età vengono abbandonate, a meno che non diventino una vera e propria ossessione. Sono molte le persone che da adolescenti hanno collezionato le cose più strane; un altro conto, però, è che la persona continui in età adulta a seguire e curare la collezione con la stessa intensità e lo stesso impegno. Qui stiamo chiaramente parlando di collezioni possedute da adulti; se vostro figlio, in camera sua, ha un mobiletto in cui colleziona aeroplanini, non è un grosso problema. Il problema è più grosso se vostro figlio ha quarant’anni. Questo tipo di collezioni, che di per sé non hanno alcun valore – oppure un valore molto relativo, servono a riempire un vuoto psicologico.

Vi possono essere diverse motivazioni alla base di questo comportamento:

la persona può voler crearsi un suo mondo in cui tutto è sotto controllo, tutto gli obbedisce, tutto è perfetto e compiuto o in via di compimento;

la persona può aver bisogno di sostegno affettivo, emotivo o psicologico; la certezza di avere almeno una parte completa di sé (la collezione con cui si identifica), pulita e in ordine gli può dare più sicurezza; è chiaro comunque che in questo caso la collezione è solamente un surrogato, un sostituto di ciò di cui la persona avrebbe veramente bisogno;

– la persona può sentirsi nella necessità di “dover riempire un vuoto”; la collezione e l’atto del collezionare lo aiuta a riempire quel vuoto e a non pensare troppo alla sua sofferenza;

– la collezione può rappresentare componenti psicologiche interne della persona che non si sono evolute, sono rimaste infantili e si devono esprimere: la collezione lo permette ma non permette l’evoluzione di quelle parti;

– la persona vuole che la sua immagine sia completa, ordinata, pulita e curata; l’atto di identificarsi nella sua collezione (impegnando molto tempo nel curarla e ampliarla) lo porta a far corrispondere l’immagine di sé con il suo ideale; anche in questo caso siamo in presenza di un surrogato;

– il desiderio di poter far nascere qualcosa di sano, vederlo crescere, e poterlo accudire: può essere un desiderio profondo, represso o violato (per esempio, una collezione di fumetti a partire dal numero 1);

– ci possono essere poi altri motivi, variazioni di quelli elencate sopra oppure anche più complessi.

Naturalmente, qui stiamo qui parlando di collezioni di una certa imponenza.

Se collezionate un ciuffo di peli di ogni varietà di gatto presenti sul pianeta, e stanno tutti dentro uno piccolo scaffale, non dovete preoccuparvi troppo per la vostra mania!

Quando però le collezioni raggiungono una certa grandezza, e occupano un certo spazio all’interno dell’abitazione o all’interno di una stanza, bisogna anzitutto capire che quella collezione ha un ruolo importante nella vita della persona, quale che esso sia.

Se la collezione tende a espandersi, occupare tutta la casa e ‘buttare fuori’ gli occupanti, c’è un problema in genere non difficile da identificare. In questi casi, una volta comprese le motivazioni profonde, è necessario procedere con un intervento di Clutter Clearing.

Le collezioni di questo tipo possono essere private o pubbliche.

Sono private se una persona dedica alla collezione una stanza specifica, e in genere non la mostra agli amici o agli ospiti. Rimane una sua attività personale, intima; la persona non è interessata a mostrare quanto è bravo a collezionare le cose o quanto sono belle le cose che ha collezionato. In questo caso, si tratta di aspetti psicologici o tratti caratteriali più profondi, che vanno analizzati di caso in caso. Anche dedicare un’intera stanza ad una collezione, per esclusivi motivi psicologici, ha un’importanza nel Feng Shui: per esempio, ci si potrebbe chiedere quale dei nove palazzi del Ba Gua è occupato da questa stanza. Con la Scuola dei Trigrammi e tramite l’utilizzo dei punti riflessi di I, II e III livello, è abbastanza semplice comprendere che cosa rappresenta la collezione nella vita psicologica della persona e in che modo agisce sulla sua vita esterna, manifesta.

È invece molto differente se la collezione viene ostentata o messa in bella mostra,

per esempio in salotto o in soggiorno. In questo caso, la persona ha bisogno di mostrare una parte di sé (attenzione: anche se dice che “non aveva altro posto dove metterla”… non è vero!). L’area occupata dalla collezione e il relativo palazzo offrono naturalmente molte informazioni al riguardo; però in questo caso c’è qualcosa di più. La collezione è qualcosa della vita interna che la persona vuole mostrare fuori, qualcosa di sé che vuole fare vedere. Più la collezione è ostentata (anche in modo indiretto), più assume valore nella vita della persona. Il valore può essere positivo e negativo. In questo caso assume particolare importanza l’oggetto che viene collezionato.

Collezionare fiori secchi, armi, pietre e/o cristalli, cactus o penne stilografiche è molto diverso. Questo perché sono diverse le componenti interne e le caratteristiche che la persona vorrebbe mostrare di sé (ma non riesce, non può o non si sente in grado di mostrare). Le ‘parti del sé’ in difficoltà si manifestano o si compensano tramite la presenza della collezione.

In questo caso, partendo da punti riflessi di I, II e III livello e con il dialogo, è possibile arrivare a capire molto meglio alcune parti di noi stessi, per poi decidere se cambiarle ed evolversi o accettarle e basta.

Le collezioni di armi a vista sono particolarmente sintomatiche.

Feng Shui Collezione OggettiNessun animale si dimostra aggressivo se non è strettamente necessario. Una tigre non va in giro digrignando i denti e con gli artigli sfoderati, ma cammina tranquillamente. Mostra le sue armi solamente quando è necessario. Perciò, una collezione di armi in genere va contro il proprio istinto. Del resto, se non altro strategicamente, è meglio tenere sempre nascoste le proprie armi (anche in senso metaforico) e mostrarle solamente all’occorrenza.

In genere, una grande collezione di armi esposte indica una persona che non si sente all’altezza,

si sente minacciata o non si sente in grado di autoproteggersi. Oppure, può anche indicare una persona che vuole mostrare la sua forza e la sua aggressività – perché in realtà si sente debole. Non ho mai visto grandi collezioni di armi senza che in quella casa vi fossero dei problemi, quasi sempre con il maschio dominante.

Nel lungo periodo, inoltre, le collezioni di armi inviano un messaggio sottile: se sono qui, perché non mi usi mai? Incidenti con le armi diventano quindi più probabili.

Diverso sarebbe se vi fosse una collezione di armi chiusa a chiave, in una stanza privata, dove non si ricevono ospiti o amici. Certo si può far vedere occasionalmente a qualche amico che condivide la stessa passione ma, se finisce tutto lì, la collezione può essere semplicemente un modo per sfogare una componente della nostra psiche potenzialmente aggressiva e sanguinaria.

Le collezioni di animali impagliati

e di teste impagliate di animali (cervi, cinghiali, alci,…) sono il contraltare della collezione di armi. Così come l’arma rappresenta l’inizio dell’aggressione, l’animale morto e immobile, bloccato, di cui tratteniamo spesso solamente la testa (l’elemento più importante) rappresenta la conclusione dell’aggressione e il totale e completo successo del proprietario; il massimo controllo della situazione.

Perciò, questo tipo di collezioni (oltre a essere un sottile monito sulla fine che può fare chi si oppone al proprietario) indica il desiderio di mostrare la propria risolutezza, il proprio convincimento, la capacità di portare a termine i compiti e raggiungere l’obiettivo a ogni costo.

Non c’è bisogno di dire che anche in questo caso la persona scarica sulla collezione un lato debole del suo carattere, oppure una parte di sé che non riesce a gestire e incanalare in modo fruttifero. In questo tipo di collezioni c’è anche una certa dose di ossessione e, a volte, di perversione. Ma questo dipende molto dal proprietario.

Feng Shui Collezioni

Una grande collezione di peluche indica spesso vuoti affettivi,

insicurezze, mancanze, istinto di maternità o affettività fuori controllo e, in genere, un istinto di protezione alterato.

Una collezione di piante ci segnala che la persona è interessata alla vita come fenomeno di vitalità in se stessa; una collezione di fossili è collegata in senso astratto al “fossilizzarsi”; una collezione di cristalli è collegata a un desiderio di purezza, di perfezione, di unicità e di poteri sconosciuti; una grande collezioni di pietre è collegata al desiderio di stabilità, immobilità, sicurezza. E così via.

Un trattamento a parte meritano le collezioni motivate da fini estetici.

Per esempio, una collezione di quadri antichi, quadri moderni, quadri di un certo autore o di una certa epoca; una collezione di opere d’arte; una collezione di pergamene antiche e così via.

Nuovamente, queste collezioni possono essere pubbliche o private, ma possono essere anche concentrate o diffuse. Sono concentrate quando occupano una zona specifica dell’abitazione; sono diffuse quando gli elementi sono sparsi più o meno in tutte le stanze principali dell’abitazione.

Tempo fa ho conosciuto una persona che collezionava quadri di Pierrot piangenti. Ne aveva almeno uno per ogni stanza; anche nella stanza delle figlie, nei bagni. Puntualmente, parlando con la persona, si è scoperto che questa collezione era collegata a un grande dolore e una grande perdita avuta quando era più giovane. I Pierrot non erano invadenti o concentrati in un solo ambiente; erano sparsi discretamente in tutta la casa. In ogni stanza ce n’era uno, al massimo due. Questo indica che la persona si porta quel dolore in tutti i campi della vita, e lo vive sommessamente, senza staccarsene mai.

Le collezioni a fine estetico sono quelle che meglio si integrano nel tessuto spaziale di un’abitazione.

Infatti, così come per altri elementi di arredo, il loro scopo è quello di rendere più bello e gradevole l’ambiente, con un vantaggio permanente per gli occupanti (o, perlomeno, per il proprietario della collezione!).

In genere, queste collezioni non seguono una logica molto precisa, perché la persona acquista gli oggetti in base al suo sentire e al suo gusto estetico. Questo tipo di collezione, se ben integrato nell’ambito dell’abitazione, indica il desiderio della persona di abbellirsi internamente, rendersi più gradevole e più perfetta. La collezione in sé potrebbe essere un ostacolo o un aiuto per questo fine, dipende dalla persona stessa e dal modo in cui vive la sua collezione.

Ed eccoci giunti all’ultima annosa (e noiosa) domanda:

che tipo di energia introduce una collezione all’interno della nostra abitazione?

Abbiamo detto che in generale l’atto del collezionare è un’attività collegata all’archetipo Terra. Però, collezionare piante o pietre non è la stessa cosa. Dobbiamo quindi considerare che in generale una collezione introduce l’elemento Terra. Più la collezione è ordinata, incasellata, strutturata, uniforme, completa, con un ambiente o un’intera zona dedicata, più prevale l’elemento Terra. Più la collezione è diffusa e meglio si integra con la struttura ambientale dell’abitazione, più prevale l’energia collegata agli oggetti in sé.

Se colleziono piante vive inserendole in modo preciso in un armadio o uno scaffale, in modo che ognuna occupi il suo posto, se le piante sono tutte della stessa altezza e della stessa grandezza, è chiaro che vi sarà un forte elemento Terra oltre all’elemento Legno dato dalle piante vive. Se, invece, le piante sono disposte in modo più aggraziato, più casuale o anche tenendo conto di fini estetici, è chiaro che l’elemento Legno ha la prevalenza e l’elemento Terra passa in secondo piano.

Una collezione di fossili e/o pietre porterà un’informazione di Terra. Una collezione di cristalli porterà un’informazione di Metallo. E così via.

Per quanto riguarda le collezioni di quadri,

non si può ragionare in modo così semplice: bisogna valutare il soggetto del quadro, i colori o gli altri tratti caratterizzanti della collezione. Per esempio, una collezione di quadri che ritraggono volti di giovani ragazze ha alcuni significati ben precisi (dipende anche se il proprietario è uomo o donna). Una collezione di quadri impressionisti ha un altro significato. Una collezione di paesaggi ha ancora un altro significato. Una collezione di arte astratta, a sua volta, deve essere trattata in modo diverso.

Il tema della collezione potrebbe anche essere il colore, per esempio i quadri potrebbero essere tendenzialmente in bianco e nero, cupi o molto colorati.

La presenza di alcuni quadri o dipinti all’interno della casa non significa che questi vengano collezionati

… soprattutto se il proprietario non ne esprime l’intenzione! Si tratta semplicemente di oggetti d’arredo che hanno lo scopo di rendere esteticamente gradevole e appagante l’ambiente interno. Una collezione deve essere sempre dichiarata.

Ma qual’è allora differenza tra avere una collezione di quadri e avere semplicemente alcuni quadri, in casa?

I quadri, in casa, sono funzionali al benessere degli occupanti. Un quadro può venire spostato se ce n’è bisogno; può venire tolto e messo in soffitta perché non piace più o perché se ne trova un altro più bello, o per altri motivi. Un quadro può essere venduto o regalato.

Quando invece siamo in presenza di una collezione, il controllo sugli oggetti è più forte. In genere, agli oggetti viene lasciato lo spazio migliore anche a costo di sacrifici. Gli oggetti sono numerati, catalogati. Si cerca di completare la collezione. Si cerca di tenere gli oggetti sempre ben puliti. A volte, il proprietario di una collezione diventa protettivo nei confronti della collezione stessa e aggressivo verso chi lo guarda o – peggio che peggio! – chi la tocca: perché toccare la collezione è come toccare una parte profonda di se stessi, che non è ancora riuscita a esprimersi.

Penso che il mio viaggio nel Feng Shui sia iniziato quando, da piccolo, mi sono chiesto: ma perché le città sono tanto brutte? Possibile che non facciano stare male nessun altro oltre a me? Possibile che nessuno preferisca forme e colori più gradevoli, più morbidi?